Nel cuore di Casatenovo, la chiesa di San Rocco, la cui nascita risale al sedicesimo secolo, è un luogo denso di storia e di tradizione.
Come descritto nel libro "Memorie storiche di Casatenovo", di Alberto Cappellini, l'oratorio di San Rocco era infatti costituito originariamente da un altare, circondato da quattro colonne e aperto sui tre lati. Successivamente, fu completato per volere di San Carlo intorno al 1630, epoca in cui la peste imperversava in Europa. In particolare, nel 2006 fu posta nel giardino di fianco alla chiesa una croce in memoria della peste che colpì Casatenovo dal 1629 al 1633.
La chiesina fu restaurata nel 1832 dal marchese don Francesco Casati con i conti Lurani e Greppi: proprio in quegli anni incombeva sulla Lombardia lo spettro del colera e san Rocco era venerato come santo protettore dei malati di tutte le malattie infettive.
Il santo, di origini francesi, è tra i più conosciuti e venerati nel mondo occidentale. Tuttavia, le notizie sulla sua vita sono scarne e frammentarie.
Nato a Montpellier, a metà del ‘300, Rocco era figlio di una coppia di nobili, benestanti e dediti alla carità. Persi entrambi i genitori, il santo, che secondo la tradizione era nato con una croce vermiglia impressa sul petto, decise di vendere i beni di famiglia e di affiliarsi al Terz'ordine francescano. Con l'abito del pellegrino addosso, iniziò dunque il suo viaggio dalla Francia all'Italia per pregare sulle tombe dei santi Pietro e Paolo. Attraversando terre colpite duramente dalla peste, si fermava spesso ad assistere i malati, pregando per loro e invocandone la guarigione. A Roma, probabilmente presso l'ospedale di Santo Spirito, avvenne il suo miracolo più famoso: la guarigione di un cardinale appestato che, in seguito, lo presentò al papa.
Durante il suo ritorno in patria, San Rocco proseguì la sua opera di carità e di assistenza ai malati di peste finché, si accorse di esserne anch'egli gravemente colpito e si rifugiò in un bosco vicino a Piacenza. Lì fu trovato e salvato da un cane che ogni giorno gli portava un tozzo di pane. Arrestato come persona sospetta a Voghera e dopo un periodo di prigionia, morì giovanissimo, a poco più di 30 anni, diventando l'intercessore dei malati di peste.
Oggi San Rocco viene raffigurato con i suoi simboli tipici, come è possibile osservare anche nel quadro posto dietro l'altare della chiesina casatese: ai piedi di Maria e del Bambino, il santo di origine francese indossa l'abito del pellegrino, stringe un bastone nel pugno e indica una piaga provocatogli dalla peste su una coscia. Accucciato ai piedi del santo, anche il cane che lo salvò nei boschi piacentini.
Ricordato dalla Chiesa il 16 agosto, San Rocco è venerato anche a Casatenovo, con una festa che coinvolge diversi fedeli nel rosario serale, a cui segue il rinfresco, e nella solenne messa mattutina che si svolge ovviamente nella chiesa di San Rocco, addobbata per l'occasione.
Dalla sua costruzione fino all'ultimo secolo, la chiesa di San Rocco è stata cuore pulsante della fede casatese. Fino agli anni '50 l'edificio era anche adibito a camera ardente per i defunti di tutto il paese e delle salme che provenivano da fuori paese per essere poi tumulate a Casatenovo. Fino a qualche anno fa, poi, la domenica veniva celebrata la messa per i cacciatori alle prime luci dell'alba.
[Fonte Casateonline]